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Perchè il vino rosso cambia colore?

    5 cose da sapere sul fascino “cangiante” del vino rosso

    Porpora, rubino, granato, aranciato…il mondo cromatico dei vini rossi è un caleidoscopio di sfumature che raccontano storie di uve, terroir e invecchiamento. Per un degustatore esperto, il colore è una finestra che si apre sull’anima del vino, un indizio prezioso per decifrarne la personalità e il potenziale evolutivo.

    Ma perché il colore cambia?

    1. La danza degli antociani – Dietro le quinte del colore troviamo gli antociani, pigmenti naturali dell’uva che assumono diverse sfumature, dal giallo al viola/blu. La loro concentrazione e il loro equilibrio determinano la tonalità del vino.
    2. Il tempo come pennello – Il colore del vino non è statico, ma si trasforma con il tempo. I vini giovani sfoggiano riflessi rubino brillanti e sfumature violacee, mentre con l’invecchiamento si ammorbidiscono, assumendo note più aranciate e granate.
    3. L’uva detta la prima parola – Ogni vitigno ha una sua tavolozza di colori. Pinot Nero e Nebbiolo, per esempio, tendono a regalare vini più scarichi, mentre Sangiovese, Syrah e Primitivo si vestono di tonalità più intense e vibranti.
    4. Rosato: un gioco di equilibrio – Nei vini rosati, il colore dipende da due fattori principali: il vitigno utilizzato e la durata della macerazione. Più lunga è la macerazione, più intenso sarà il colore.
    5. Il pH e l’anidride solforosa: due registi invisibili – Il pH gioca un ruolo fondamentale: più è basso, più il vino virerà verso il rosso acceso. L’anidride solforosa, invece, agisce come un pittore che schiarisce la tela, alleggerendo le tonalità.

    Sfruttare la chiave del colore per esplorare il mondo dei vini rossi è un viaggio affascinante che ci permette di conoscere meglio le diverse varietà, gli stili di produzione e l’evoluzione del vino nel tempo. Un’avventura sensoriale che arricchisce il gusto e la nostra comprensione di questo nettare prezioso.